Please wait, loading...

 

Il principio di Pareto 20/80 olisticaMENTE - Sogna il mondo che vuoi ®

28 Gennaio 2023da MARINA0

A cura di Marina Pillon

 

Vi è capitato almeno una volta nella vita di sentirvi l’unico o tra i pochi che davvero concorrevano a produrre a beneficio di tutti, di essere in minoranza tra coloro che pagavano tasse, impegno o altro, o ancora di aver raggiunto tutto sommato velocemente un buon risultato e poi di aver la sensazione di sprecare tanto tempo per arrivare a molto meno?

Bene, in qualche modo avete fatto esperienza del concetto legato al principio di Pareto che afferma che per molti risultati circa l’80% delle conseguenze proviene dal 20% delle cause.

Forse l’avete già sentito nominare come legge 80/20 o magari come legge dei pochi vitali o scarsità dei fattori. In ogni caso si tratta di osservare un fenomeno nei vari aspetti della vita in cui una piccola percentuale può avere un effetto decisamente potente.

Conoscere questa dinamica può spiegare molte cose e, quando direttamente dipendente da noi, aiutare a migliorare alcune situazioni.

Non bisogna però commettere l’errore di pensare che basti scegliere di spostarsi sul 20 o sull’80. I numeri sono solo numeri, bisogna saperli leggere o si possono prendere grandi cantonate.

Sapere che il 20% delle proprie risorse possono consentire di ottenere un buon 80% di risultato non significa rimandare al 20% di fine giornata per agire, ma identificare quali sono le priorità su cui concentrarsi nel momento in cui si è più freschi, per esempio.

Focalizzarsi su questo può aiutare a portare l’attenzione su ciò che è prioritario, più importante ed urgente, non derogabile, ciò di cui non si può fare a meno. Questa vale in ambito lavorativo, come nella vita privata e nel campo del benessere.

Se avete fatto caso, a inizio dell’articolo ho indicato che l’80% dei risultati è determinato dal 20% delle cause e non dell’impegno come spesso si intende.

Se esiste infatti un 100% vuol dire che ogni parte ha un impegno, un compito, un significato, un ruolo.

Pensiamo ad esempio alla salute; fatto 100 l’insieme dei comportamenti e processi che determinano lo stato di equilibrio generale, l’individuo andrà ad investire un 20% di tempo ed energie mirate su quegli aspetti che soggettivamente necessitano di attenzione, ma il restante 80% certamente verrà svolto da quel meraviglioso sistema perfetto che è l’organizzazione fisica. Un lavoro per ogni posizione “numerica”.

D’altra parte, ci sono anche dei rischi se non si tiene ben conto di questo concetto.

Pensiamo ad esempio a un gruppo di lavoro dove semplicemente il team leader concentri le attività più rilevanti e impattanti sul 20% delle risorse pregiate puntando al raggiungimento di un obiettivo numerico. Con il tempo quelle risorse possono logorarsi o perdere motivazione se non vi è un riconoscimento del merito e dello sforzo, le altre risorse possono dare per scontato che non vi sia differenza di apporto e visti i target raggiunti non dare sufficiente contributo o se non messe a frutto certe competenze potrebbero sentirsi sottostimate e sottovalutate. Se il malessere del 20 e il malessere dell’80 si mescola il risultato sarà sempre un 100, ma un numero “fittizio” o “malato”.

Più in grande, se solo il 20% detiene l’80% o più delle risorse, per lungo tempo sarà in una posizione privilegiata, ma quando arriverà il time-breack in cui l’80% non arriverà quasi a sopravvivere e tanto meno produrre, quel 20% deterrà l’80% di nulla.

Un’altra vista ancora può essere che se il 20% deve supportare l’80% (pochi che pagano le tasse per molti o una persona con una salute fragile e in bilico) quell’80 per lungo tempo avrà “vita” grazie a quel 20, ma quando il 20 sarà esaurito non ci sarà più modo di aggiustare i “conti”.

Per un fisico, una relazione, un gruppo, una società sani, impariamo a leggere e rappresentare con trasparenza e etica i numeri, dietro potrebbero esserci la vita di esseri umani.

Per il benessere individuale e sociale, rileggiamo con consapevolezza il principio di Pareto 20/80.

Condividi:

MARINA

Lascia una risposta a %s

La tua email non sarà mostrata.

Condividi:

a cura di Marina Pillon