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Prima il piacere poi il dovere - Sogna il mondo che vuoi ®

29 Ottobre 2021da MARINA0

A cura di Marina Pillon

 

Se leggendo il titolo vi è sembrato che qualcosa suonasse sbagliato, probabilmente, avete subito l’influenza del motto opposto, non particolarmente efficace, che è anche uno stile educativo ampiamente diffuso.

“Prima il dovere poi il piacere”

A scuola, al lavoro, in famiglia, in società, attraverso comportamenti, frasi, sguardi, richieste, ma anche dal nostro critico interiore la lista dei doveri da adempiere, possono non trovare fine, lasciando tutti esausti e insoddisfatti.

L’equilibrio è sempre nel mezzo….dinamico

Molte ennea-fasi perfezioniste per esempio sono proprio una risposta al “dover” essere i migliori, i più responsabili, producendo spesso operatività, ma altrettanto spesso stress, insoddisfazione, attività impiegata in modo improduttivo e privo di creatività.

Se ovviamente è necessario ed è un grande valore il senso dell’impegno e dell’affidabilità, oltre che necessario, saper adempiere ai “doveri”, vi è come in tutte le cose un aspetto negativo all’eccesso.

Quante persone annegano in una vita lavorativa che ruba loro tutta l’energia?

Quanti genitori  esagerano nel dare ogni sorta di attenzione e impegno ai propri figli, talvolta sostituendosi a loro, dimenticandosi di se stessi? Quanti figli vogliono accontentare in tutto i genitori, qualcuno facendo persino le scelte e vivendo la vita che il padre o la madre non era riuscita ad avere?

Ci sono poi anche persone che apparentemente conducono una vita come se il senso del dovere non le toccasse, ma sapendo vedere oltre l’apparenza ci si accorgerebbe di quanti falsi limiti-doveri autoimposti e non ecologici le guidano privandole di molta vitalità. Ribadisco che

il senso del dovere sano è fondamentale

tuttavia osservando come la cultura del “dovere” abbia creato “perfezionisti ansiogeni e infelici”  e altrettanti “ribelli alle regole e ai doveri perennemente in guerra” forse occorre una riflessione.

I tempi e le generazioni cambiano sotto tanti aspetti, magari si può immaginare anche una nuova versione della storia della formica e della cicala. Per esempio entrambe potrebbero insegnarsi reciprocamente perché e come fanno ciò che fanno per ampliare le loro possibilità, pur restando loro stesse, ma incrementando cosi le loro risorse personali in un mondo sempre più fluido e incerto.

Il piacere non è accessorio o solo per chi “se lo può permettere”

Piacere è tante cose e richiede principalmente di essere presenti e vitali

Se si dedica ogni energia, ogni risorsa e tempo al dovere non vi è equilibrio, la vitalità ne risente.

Occuparci di ciò che la alimenta (cosa ci piace? Cosa ci fa stare bene? Cosa ci interessa? Ci riposiamo quando ne abbiamo bisogno? Sappiamo gestire il nostro tempo?)  è altrettanto importante per l’equilibrio della nostra salute, del nostro star Bene.

Ho accennato all’ennea-fase perfezionista, ma che dire dell’ennea-fase altruista, altrettanto diffusa? Se si dà priorità al bisogno dell’altro, al compiacere l’altro si rischia di allontanarsi dai propri.

Tre esercizi per te che vuoi metterti in gioco:

  • Smuovi la terra-altruista e quindi i blocchi mentali, le stasi anche nel corpo, anche, ma non necessariamente i chili in più, incrementando il movimento legno. Fai delle camminate consapevoli nel verde o balla all’aperto o in una stanza al buio, concentrato solo su cosa accade nel tuo corpo, nei tuoi pensieri
  • Se tendi a mettere sempre davanti il dovere al piacere prova a “darti il compito” di premiarti ogni volta che assolvi a un dovere gravoso. Se ti senti di spingerti oltre prova a scegliere un tempo preciso in cui obbligarti a fare qualcosa per te (potresti anche regalarti un massaggio o farti un auto trattamento ai piedi) e osserva poi come cambia la tua energia quando torni ai “doveri”
  • Prendi carta e penna (scrivere a mano stimola il cervello, alcuni studi indicano persino che aiuti nel diminuire l’ansia e stimola la creatività) e indica quanti più modi ti vengono in mente in cui ti permetti di provare piacere nei vari ambiti della vita. Se il tuo elenco è lungo complimenti, non ti sei lasciato intrappolare. Meno scrivi invece più saprai che hai l’opportunità di scegliere di dedicare del tempo a “lavorarci”. C’è sempre una strada per star meglio!

 

Enjoy your “work” 😉

 

 

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MARINA

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a cura di Marina Pillon