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AmichevolMENTE - Sogna il mondo che vuoi ®

17 Luglio 2021da MARINA0

A cura di Marina Pillon

 

Ci siamo abituati a cliccare sul computer e magicamente dopo un giorno ci recapitano ciò che abbiamo ordinato, magari con una telefonata, più facilmente con uno strumento tecnologico, cibo, oggetti, servizi, ce li aspettiamo comparire velocemente a soddisfare la necessità del momento. Nel frattempo ci accorgiamo cosa accade nelle relazioni umane?

Ci lamentiamo dei ritmi serrati cui siamo sottoposti,  di un mercato in cui è difficile sopravvivere alla concorrenza, di una società in cui è facile essere sui social, ma difficile avere rapporti umani appaganti se già non li abbiamo curati da tempo.

Eppure abbiamo contribuito con le nostre richieste e comportamenti a questa situazione. Da un lato l’investimento della parte produttiva e dell’attesa del “cliente” è tutta sull’”esperienza” e quindi cercare di offrire qualcosa che vada persino oltre le aspettative che si considerano la base. Da un altro lato però abbiamo un enorme energia e risorse che le persone devono trovare e dedicare a questo extra sforzo con conseguenze pesanti sull’equilibrio ecologico.

Qualche giorno fa parlavo di amicizia, di solitudine, di qualcuno che possa esserci in caso di bisogno anche solo per ascoltare, ma anche dell’alienazione a se stessi che lo stress della vita moderna insieme alla crisi pandemica  hanno causato.

Potremmo parlare a lungo di situazioni ideali e di valori, ma poi concretamente, la vita quotidiana richiede risposte li dove ci si trova.

Trovare un equilibrio tra le aspettative in crescita, pensandole in ottica evolutiva, la ricerca di un nuovo modo di relazionarsi con se stessi e gli altri e correggere trend alienanti saranno delle sfide per i prossimi anni.

Una delle cose che ciascuno di noi può fare subito è ricordarsi che tutti stiamo vivendo realtà diverse, ma tutte in qualche modo inserite in questo schema che ha bisogno di essere rivisto. Se andiamo avanti senza fermarci, senza portare consapevolezza a cosa accade ora dentro di noi, in questo momento, potremmo non renderci conto che stiamo andando nella direzione sbagliata pensando di aver preso invece il treno giusto.

Come sto affrontando quello che mi capita? Come mi sento in relazione a questo o a quello? Sono prevenuto e lascio prevalere paura o competizione nel confronto con l’altro?

Osservare se ci muoviamo per non deludere, per automatismi, per condizionamenti, per reazione, accettare quello che vediamo è il primo passo. Poi occorre passare alla fase di pianificazione delle azioni correttive possibili.

Cosa posso fare per vivere più in armonia con me stesso e con l’altro in quella circostanza?  Quando mi comporto-agisco-dico x in realtà cosa vorrei fare-dire? Quale bisogno non riconosciuto si cela dietro al mio malessere? Cosa posso fare per rendere più equilibrata una situazione?

Si incontreranno certamente tanti ostacoli al passare all’azione, partendo dalle resistenze interne ed esterne, ma altrettanto potremo trovare opportunità.

Tutti abbiamo avuto almeno una volta nella vita un amico, qualcuno che ci accetta per come siamo, che ci incoraggia, che ci sostiene, che ci ascolta e ci accoglie, a volte ci dice anche che stiamo sbagliando. Proviamo a coltivare un atteggiamento di amichevolezza con noi stessi, con chi ci è vicino, con quella persona cui ci rivolgiamo per un servizio, un’informazione, o un lavoro,  per rendere un po’ meno dure le sfide che affrontiamo.

Un giorno ci riusciremo l’altro un po’ meno, obiettivamente chi è sempre disponibile, sorridente, gentile, pronto ad aiutare in qualunque istante, forse sta dimenticando qualche proprio bisogno. Ci vuole equilibrio e lo si trova appunto nel momento presente.

Va benissimo prendersi del tempo per riflettere ed ascoltarsi, ma occorre che ci abituiamo ad essere in contatto il più possibile “mentre” viviamo le cose, per allontanare sempre più certi automatismi dannosi ed estranianti.

Potremmo così accorgerci ad esempio di tempo sprecato in cose non importanti, di schemi nostri o altrui in cui siamo intrappolati, di vita riempita di cose che nemmeno ricorderemo.

Chi sono io in questo momento davvero? Quello che sto vivendo è come un abito logoro ?  Di cosa sento profondamente bisogno?  Sto subendo una situazione, l’ho scelta o sento che devo cambiare qualcosa?

Cerchiamo di essere accoglienti con ciò di cui ci rendiamo conto, accompagnandoci dolcemente ad approcci mentali più ecologici.

Quando abbiamo paura, quando siamo in difficoltà, quando siamo arrabbiati è difficile essere pazienti, accoglienti, amichevoli. Proviamo allora a esercitarci ad osservare mentre ci attraversano quelle emozioni, quelle sensazioni, e ripetiamoci: “io provo questa …. , ma non sono questa….”.

Siamo amichevoli e accoglienti con la parte profonda di noi. Siamo amichevoli nel nostro modo di approcciare agli altri. Le burrasche della vita  possono avere conseguenze anche nel lungo tempo, su noi stessi o sugli altri.

Concretamente o metaforicamente, una spalla su cui appoggiare la testa, una chiacchierata per sapere che non è cosi solo per te, un confronto che non sia scontro o bisogno di dimostrare qualcosa, un sorriso per rendere più lieve la giornata, verso l’altro e nelle cose che viviamo.

Di persona, sui social, con noi stessi, con l’altro, per un buon futuro, già nel nostro presente, approcciamo amichevolMENTE.

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MARINA

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a cura di Marina Pillon