In quasi ogni conversazione di gruppo vi sono posizioni differenti, tuttavia trovo sempre singolare quando le persone dichiarano che la propria visione è quella giusta e considerano falso o sbagliato quanto espresso dagli altri. In particolare mi vengono in mente un paio di conversazioni, aventi per tema la sessualità, in cui alcuni soggetti volevano assolutamente che venisse riconosciuto come giusto e unico il loro punto di vista, negando con forza che i bisogni, i modi di essere ed esprimersi delle persone potessero essere diversi
Può sembrare strano, eppure soprattutto su temi tanto fondamentali e delicati, anche coloro i cui moti interiori (a volte non solo) vanno in ben altre direzione, ci sono persone che si ergono a “giudici” o “preti/suore giudicanti” con un fervore che lascia ben intravedere quante resistenze e conflitti interiori esse vivano. Frutto di un certo tipo di educazione culturale e/o religiosa, personali situazioni non elaborate o difficoltà del passato, sono più diffuse di quanto si possa pensare, malgrado quello che sembrerebbero raccontare i media.
Eppure sono proprio quegli atteggiamenti giudicanti, a spaccare a volte interiormente le persone, a contagiare negativamente i naturali flussi vitali e talvolta a far instillare dei dubbi in chi magari fino a quel momento si era sentito “normale”.Per chi si mette su un piedistallo da cui crede di dispensare le verità e le “regole” non ci sono molti spunti di riflessione. Fino a che la propria rigidità impedisce di mettersi in discussione anche solo per accettare semplicemente che non siamo tutti uguali e che non esistono modelli standard a cui attenersi, nulla può cambiare. Quando non ammettiamo la possibilità che stiamo guardando le cose da uno spiraglio della finestra, non ci permettiamo di uscire e vedere davvero la realtà.
Chi invece si ritrova a vivere un momento nuovo e diverso, un’esperienza o una fase di vita che fa vivere le cose con un nuovo sguardo, anche quando si trovi ad affrontare delle difficoltà può considerale come opportunità di crescita.
Ci si credeva innamorati di qualcuno e invece era solo cercare di riempire un vuoto, si pensava di aver chiuso con una persona che i sogni rivelano non essere affatto uscita dal proprio cuore, ci si era adagiati in abitudini che nuovi stimoli raccontano di desideri trascurati.
Ogni persona, essendo un mondo a sé e diversa nel tempo, ha tempi, modalità ed approcci diversi che cambiano anche in funzione dei partner con cui si relaziona.
La coppia, o la persona che intrattiene relazioni saltuarie od occasionali, non è qualcosa di rigidamente codificato. Per ciascuno il proprio bagaglio culturale, le proprie esperienze, le esigenze fondamentali e quelle del momento possono modificarsi e richiedono autoconsapevolezza, ascolto e capacità di mettersi in gioco. Il “patto di coppia” non è unico ed immutabile. Siamo sicuri di sapere cosa vuole l’altro? Sappiamo cosa vogliamo noi? I cambiamenti fisiologici e di vita intervengono anche nel modo in cui esprimiamo la nostra forza vitale. Stiamo vivendo secondo un’idea mutuata o secondo quanto davvero sentiamo?
Se ci si adagia, se ci si dà per scontati o semplicemente ci si fa prendere troppo dai piccoli drammi del quotidiano a spese della vitalità sessuale e relazionale, cosa accade? Anziché intrattenere rapporti affettivi è come avere una società d’affari con focus sulle continue cose da fare. Ci saranno sempre cose da fare, problemi da risolvere. I sensi di colpa di quei pensieri e giudizi di cui parlavo all’inizio però, tanto diffusi, fanno si che sempre più spesso si dia priorità ai doveri e solo quando tutto è ok allora ci si può dedicare a se stessi, e, forse ai piaceri. Ma noi siamo nati completi anche della dinamica della sessualità ed abbiamo un corpo fatto non solo per portare pesi e fare cose, ma per interagire, giocare, gioire, ridere, anche solo avere un tempo per non fare nulla, ma ascoltarci. I nostri corpi fisici-emozionali-mentali e spirituali sono vivi e in continuo movimento, poi senza saperlo a volte li imprigioniamo per un pò.
Immaginiamo un’interazione tra due adulti maturi che si conoscono in palestra.
Lara è un enneatipo altruista, sposata con Carlo, con due figli che si sono appena trasferiti all’estero per studiare, mentre la suocera che non sta troppo bene, ha colto l’occasione della camera vuota per auto invitarsi da loro per il tempo della sua convalescenza . Carlo non c’è quasi mai a causa del suo lavoro e non si accorge di come la madre e la moglie discutano in continuazione e soprattutto di quanto la madre tratti Lara con autorità pretenziosa. D’altra parte negli ultimi anni Carlo si è pian piano allontanato e chiuso, quasi come se non fosse parte della famiglia allo stesso modo degli altri componenti. Ora, quando è a casa, la madre si comporta in modo amorevole e non lascia trapelare nulla degli screzi. Lara dal canto suo ha passato gli ultimi anni a correre tra il prendersi cura dei figli, un ruolo al lavoro di ripiego che aveva dovuto accettare perché l’avevano tolta dalla mansione precedente alle maternità e prova sempre più spesso un senso indefinito di insoddisfazione.Quello che appare a chi la conosce è un progressivo allontananamento dei propri bisogni, un esserci sempre per tutti, ma non davvero per se stessa.
Graziano, un Perfezionista, è un uomo prossimo alla pensione, ma con ancora tanta voglia di mettersi in gioco . Alcuni disturbi fisici degli ultimi tempi, insieme al pensiero della pensione come a una fine, l’hanno spinto ad andare in palestra e riprendere ad uscire ogni tanto con alcuni colleghi per sentirsi più vivo e trovare nuovi stimoli. Graziano ha una compagna con cui negli ultimi tempi non parla più molto, ma non sa nemmeno bene il perché. Con Lara invece sembra tutto facile, e pur non essendo accaduto nulla, si sente in colpa.
A quanti può capitare anche solo una situazione vagamente simile, in cui in un momento di difficoltà, per le situazioni più varie, pare che la soluzione sia quel qualcosa o quella persona che capita sotto il naso. Quasi sempre ci sono messaggi che invitano a rivedere cosa davvero richiede la nostra attenzione.
Il proseguimento del racconto dei nostri protagonisti non è scontato, può avere molti finali.
Prendere coscienza di cosa si prova, di cosa è cambiato, di cosa si vorrebbe oggi e riprendere un dialogo con l’altro oltre che con se stessi è fondamentale.
Abbiamo tutti delle resistenze, delle abitudini delle idee su come le cose dovrebbero essere, poi ci sono le cose come sono.
Imparare ad ascoltarsi, riscoprirsi ed accettarsi, giorno dopo giorno è fondamentale per vivere autenticamente.
A volte occorre recuperare uno spazio e un tempo solo per noi, per tornare a scoprire chi siamo oggi, allargando la prospettiva da cui osserviamo.
Marina Pillon
ConsapevolMENTE benESSERE
Sogna il mondo che vuoi®
@marinapillon