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"All'ultimo respiro" - Sogna il mondo che vuoi ®

19 Maggio 2019da MARINA0

Avete presente quella sensazione di entusiastica eccitazione ed al contempo di ansia da eccesso di potenza provata in presenza di una situazione in cui stavate magari raggiungendo uno degli obiettivi più a lungo o più intensamente desiderati? Magari avevate creduto nelle vostre capacità, avevate investito energie e lavoro, ma non avevate considerato la potenza e la forza che quei traguardi vi avrebbero testimoniato. “Oddio, e se in realtà riesco ad arrivare addirittura lì che altro posso fare?”.

Se non vi ritrovate in questa espressione, provate magari a pensare a quante volte vi siete tirati indietro a metà di un progetto o di una situazione, o di una relazione, per la paura di perdere quella zona di confort ormai cosi familiare e sicura, anche se magari non ecologica per voi.

Sembra strano, ma il nostro “sistema umano” che funziona per continui adattamenti talvolta preferisce restare in una situazione difficile e non gradevole, ma conosciuta, piuttosto che fare quel passo in più e muoversi nel confine dei propri limiti per sperimentarsi ed ampliarli, ma soprattutto per esprimere al meglio tutte le proprie capacità e talenti.

Come ci insegnano i grandi atleti, occorre allenarci costantemente per raggiungere certi risultati, fallimenti e successi fanno parte del percorso, ma non vi può essere il raggiungimento di un nuovo livello senza mettere in campo tutte le risorse con un piccolo “passo” in più rispetto al precedente.

Quel passo, in qualunque ambito di vita, può essere legato ad aspetti fisici, emozionali o mentali e occorre vi sia un equilibrio armonico ed integrato tra i vari aspetti.

Poniamo il caso che io abbia sempre avuto relazioni affettive finite per un mio atteggiamento assillante e di iper controllo a causa di scarsa fiducia; se non mi “allenerò” alla fiducia, al lasciare spazio al partner difficilmente avrò epiloghi diversi in nuove storie.

In vari campi di esistenza, nelle piccolo cose come in quelle importanti, conoscere e lavorare sui propri punti di debolezza e sviluppare i propri punti di forza, permette di manifestare sempre più le proprie potenzialità.

Si può partire dal corpo, dalla mente o dalle emozioni, ma un lavoro integrato è ottimale; d’altra parte ogni cambiamento fisiologico e’ associato a un parallelo cambiamento nello stato mentale ed emozionale e viceversa. Ci sono poi strumenti che in sé fungono da ponte come cambiamento tra un aspetto e’ l’altro. E’ il caso ad esempio del biofeedback (informazione biologica di ritorno), ampiamente utilizzato nello sport e nei percorsi psicologici, ma in generale anche nel coaching.

Si tratta di un utile strumento (ci sono macchinari di vario tipo, dai più semplici ai più complessi)  che consente al soggetto di allenarsi ad acquisire o riappropriarsi della capacità di controllare e di poter influenzare le proprie risposte fisiologiche, attraverso sensori che monitorano alcuni processi fisiologici.

In pratica un macchinario acquisisce informazioni interne della persona, come la frequenza cardiaca e la tensione muscolare, e le traduce esternamente in segnali visivi e acustici che consentono alla persona di “vedere” espresso nelle varie intensità le risposte interne in tempo reale.

Ho avuto l’opportunità di sperimentarlo anni fa, durante il percorso per diventare coach e devo dire che l’ho trovato davvero interessante come strumento di conoscenza e allenamento, per esprimere pienamente se stessi.

Tuttavia, se anche al momento non siete interessati a fare dei percorsi di quel genere, potrà esservi utile sapere che uno degli aspetti importanti che ci sono alla base del lavoro con il biofeedback è qualcosa che può essere esercitato da tutti: il respiro.

Torniamo allora al pensiero iniziale; com’è il nostro respiro in quella situazione? come cambia la nostra reazione se cambiamo il nostro modo di respirare nella stessa?

Sembra strano, ma talvolta quando stiamo per concretizzare un progetto, quando manca poco al completamento può capitare di sentirsi in “apnea”, come se ci autosabotassimo bloccando quel respiro che permetterebbe la piena espressione.

Paure, resistenze, complessi, condizionamenti, dubbi, poco importa cosa…lasciamo tutto scorrere, inspiriamo la vita ed espiriamo le tensioni, inspiriamo nuove opportunità ed espiriamo una manifestazione di noi.

Sbagliamo, ricominciamo, saliamo troppo in alto e cadiamo, ci rialziamo magari con fatica, ma il respiro è lì a sostenerci, la vita nei suoi soffi continua a muoversi. Rilassiamo il nostro corpo, rallentiamo e rieduchiamo i nostri pensieri e impariamo a gestire le nostre emozioni esercitando il respiro.

Alleniamoci a manifestare ogni giorno di più noi stessi, mente-corpo in perfetta armonia, fino all’ultimo respiro.

Marina Pillon

ConsapevolMENTE benESSERE

Sogna il mondo che vuoi®

 

@marinapillon

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MARINA

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a cura di Marina Pillon