Quante volte è capitato di sentir parlare, soprattutto in adolescenza, di quei famosi occhiali rosa che pare improvvisamente di indossare quando ci si innamora?
Tutto sembra meraviglioso, tutto è più facile, più bello, tutto assume “la perfezione” del rosa.
In realtà quegli occhiali rosa li indossiamo ogni volta che riusciamo a vivere dentro di noi quello stato “di grazia”, quel senso di libero flusso, quell’alchimia di varie sostanze che ci danno una generale sensazione di benessere e ci predispongono a una maggiore apertura al mondo e fiducia nella vita.
Quando siamo avvolti dall’amorevolezza di un padre, una madre, un compagno, una moglie, dei figli, di amici, ci sentiamo persino un pochino più forti, più sicuri, come se avessimo “le spalle coperte”. Riuscire ad auto-dedicarsi cura ed amorevolezza non è cosa da tutti e quando qualcuno cui si tiene particolarmente, che rappresenta una figura in cui aver fiducia, agisce in modo assolutamente opposto a quello cui ci si aspetterebbe cosa accade?
Ecco alcune delle prove che la vita ci mette sul sentiero e che ci attivano vecchie ferite; esperienze traumatiche o anche solo difficili, o vissute come tali, nei primi anni, in modo chiaro o sotterraneo trascinano in un loop dal quale qualcuno riesce a liberarsi solo molto tardi, o mai.
Ecco uno dei motivi per cui ci sono tanti conflitti, non riusciamo ad amare noi stessi e gli altri perché non abbiamo imparato ad esprimere amore. C’e’ chi sente, a volte può essere anche solo il modo in cui si è percepito il vissuto, di aver subito un trattamento ingiusto e spinge ad essere perennemente competitivi, magari senza nemmeno rendersene conto. Avete presente quelle situazioni in cui non ci si permette di non sapere, di non aver ragione, di sbagliare, di fallire? Magari ci può essere quella ragazza bellissima che pensi abbia una vita relazionale meravigliosa e magari non è mai riuscita ad avere una relazione significativa o a lasciarsi andare e a provare un orgasmo perché si è inconsapevolmente allenata ad essere la perfetta bambolina seducente che non può “sporcarsi” per nascondere senso di colpa e vergogna. Oppure pensate a quelle persone che vogliono porsi come assolutamente gradevoli, ma senza autenticamente metterci il cuore.
Ci sono poi quelli che in qualche modo hanno vissuto umiliazioni e sopraffazioni e si dicono che non permetteranno più a nessuno di fare lo stesso erigendo una corrazza o quelli che si sono sentiti rifiutati, quasi annullati nella propria essenza. Quante volte ci è capitato di vedere atteggiamenti da maestrini o mammine, uomini o donne che sia, situazioni in cui venivano messe in campo maschere del benevolo e di colui che cala dall’alto le sue perle di saggezza per evitare di guardare all’essenza che è stata vissuta come schiacciata, negata, distrutta, rifiutata.
Ancora la tendenza potrebbe essere quella di essere sempre forti, affidabili e responsabili come risposta alla paura di essere di nuovo traditi, annientati, rinnegati ed ecco che molto probabilmente sarà difficile arrendersi ed avere fiducia nella vita.
Ancora per ultimo, ma non certo per importanza, anzi, provate a pensare a quanto sono diffusi comportamenti da bambini paurosi e talvolta un po’ capricciosi che vivono dentro ad adulti di ogni età che hanno sofferto di abbandono e faranno di tutto per non essere mai soli, anche a costo di rinunciare ad esprimere se stessi.
Non so se siete riusciti a dare pochi o tanti volti agli atteggiamenti sopra descritti, ma sono certa che ne avrete individuato almeno qualcuno. E se è abbastanza facile vedere negli altri certi meccanismi più difficile è invece vederlo in noi stessi, tanto che si creano talvolta dei paradossi dove ci si vede esattamente all’opposto di come si è realmente.
Ecco allora che troveremo tanti ego gonfiati che si danno una grande importanza auto-cucendosi addosso abiti che non sono adeguati e che anzi finiscono per impedire di prendere consapevolezza delle proprie difficoltà, dei propri schemi limitanti.
Se gli occhiali rosa di cui parlavo all’inizio sono qualcosa di temporaneo che tutti viviamo e, spesso, senza grandi conseguenze negative, in generale noi vediamo sempre tutto filtrato secondo le nostre esperienze, le nostre credenze.
Non si può andare al di là di una scelta in nessun ambito, per cui se non si è disposti a lavorare su se stessi non si può far nulla, ma se si vuole davvero ci sono tanti modi con cui la vita ci offre la possibilità di lavorare su noi stessi.
Può trattarsi di una difficoltà nelle relazioni d’amore o magari nella gestione dei clienti, in qualunque ambito; ci sembra che sia sempre l’altro a non comprendere, a sbagliare. Quante volte però ci si trincera dietro a frasi fatte, giochi di parole o di silenzio, usi impropri di strategie “usa e getta” imparate da professionisti improvvisati magari, per non doversi davvero mettere in gioco?
Anni fa ricordo un piccolo manager (era il tempo del boom della pnl per tutti) che poco prima di entrare in un ufficio si impostava in modo davvero ridicolo per quella che lui credeva sarebbe stata una performance d’effetto smart in una piccola riunione di routine, mentre sarebbe risultato poi solo tristemente e palesemente falso e non efficace.
Ecco allora che oggi voglio chiudere con il suggerimento di usare certi strumenti prima e soprattutto per ascoltare e indagare noi stessi e poi osservarci da un’altra posizione. Quanto ci rendiamo conto magari che non è vero che sono i nostri clienti ad essere sbagliati, ma siamo noi che non ci siamo evoluti per comprendere quali sono davvero i loro bisogni o siamo fermi a quel livello senza renderci conto che l’intero processo della customer experience richiede la nostra attenzione ed il nostro intervento.
Quanto ci rendiamo conto che se siamo davvero bravi nel nostro lavoro non dobbiamo temere che l’altro ci porti via i clienti facendo magari cattiva pubblicità o adottando azioni poco etiche? Quanto investiamo su noi stessi, sulla nostra crescita, sul rendere la nostra vista più ampia e chiara o almeno quanto riusciamo ad esercitarci a indossare occhiali con lenti di colori diversi? Cancelliamo, distorciamo e generalizziamo tutti, almeno occasionalmente, proviamo magari a osservare in un ambito che non funziona bene, in relazione a nostre credenze magari un po’ troppo cristallizzate cosa accade se facciamo un lavoro di pulizia e chiarezza di comunicazione, anche solo con noi stessi?
Possiamo anche restare nascosti a noi stessi e agli altri dietro a un paio di occhiali spessi monocolore, ma la vita non potrà che portarci negli stessi sentieri, la musica che suoneremo sarà sempre la stessa.
Regaliamoci maggiori opzioni, eleviamo le nostre note.