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Dis-Abilità - Sogna il mondo che vuoi ®

4 Novembre 2018da MARINA

La natura è infinitamente varia. Talvolta può nascere un fiore doppio rispetto alla sua normale forma e lo troviamo bellissimo o condizioni ambientali impreviste e difficili portano alcune piante a trasformarsi per adattarsi. Quando le varianti rispetto agli elementi che caratterizzano una creatura interessano l’essere umano e sono tali da creare maggiori sfide di adattamento nelle attività quotidiane e nel partecipare alla vita sociale parliamo di disabilità.

L’argomento è ampio e delicato, ma vorrei provare ad affrontarlo in modo semplice.

Se hai vissuto anche solo per qualche anno una parziale disabilità sai che indubbiamente una cosa incontestabile e’ che il tuo livello di efficienza rispetto a quanto potevi fare prima è cambiato. Se ad esempio prima gareggiavi in qualche sport e poi ti sei trovato a non poter più camminare o anche solo a camminare senza supporto, sai bene che vuol dire doverti reinventare, adattare in alcuni ambiti.

La tua disabilità, il tuo deficit è quantizzabile nella differenza delle cose che prima potevi esprimere ed ora non puoi più, almeno non allo stesso modo.

Se si tratta di disabilità dalla nascita la misurazione probabilmente la vedi tutti i giorni in cui non riesci a interagire nell’ambiente come vorresti; un po’, su un livello molto più banale e semplice, come un giovane timido non riesce a recitare sciolto una poesia in un teatro gremito, ma può farlo magari tra persone che conosce e con cui si sente più a proprio agio o necessita di esercizio e magari qualche “trucco” per affrontare il pubblico.

Certo ci sono situazioni più lievi e situazioni decisamente importanti che richiedono costante determinazione e supporti e ogni giorno muoversi è una sfida.

La disabilità in un ambito però non necessariamente lo è a 360 gradi e magari una persona che non ci vede potrebbe avere un intuito molto sviluppato o una percezione tattile o auditiva tanto raffinati da renderla una persona creativa.

Ci sono persone che combattono tutti i giorni per se stessi o per un caro che ha disabilità importanti e forse un giorno ci sarà una riorganizzazione dei servizi e delle strutture sociali e di supporto ripensati in modo più fruibile, ma al momento ci sono ancora tanti passi da fare e essere disabile richiede davvero grandi sfide quotidiane.

Quando qualcosa non funziona, quando una macchina ha un problema, ma va avanti, quando in ospedale ti salvano la vita anche se poi devi convivere per sempre con difficoltà quotidiane, sembra che visto che tutto sommato qualcosa è “ok” non bisogna lamentarsi o volere di più. Sembra brutto da dire, ma è un pensiero diffuso.

Non bisogna lasciarsi andare a questa convinzione, arrendersi a una frase buttata li magari con buone intenzioni, ma che influenzano nel tempo la vita di molti.

Quando avviene un’emergenza tutti sono pronti ad accorrere, nella migliore delle situazioni, poi naturalmente tutto sfuma. Ma se tu hai una difficoltà importante non puoi dimenticartene. Succede però che ti dimentichi di alcune cose perché altre hanno avuto la priorità.

Su un piano diverso può essere ad esempio che se sei madre di tre figli ti sia molto impegnata per loro, dimenticando di lasciare un po’ di posto per te stessa.

E vengo ora a una dimensione profonda e difficile da affrontare, ma fondamentale: la sessualità.

Già, perché la sessualità non è soltanto un gioco di frizione di corpi o farfalle nello stomaco che si concludono con due corpi uniti contro un muro. La sessualità e’ una dinamica che coinvolge molti aspetti e avere una disabilità non significa non poter vivere tale dimensione.

Senza andare al di là di una scelta, gioia, liberazione da tensioni, evoluzione, non sono qualcosa cui rinunciare. Conoscere, approfondire, chiedere, sperimentare, sono passi fondamentali per abbattere alcuni muri.

Ma siamo in un ambito difficile, torniamo su qualcosa di più “social”.

Se stai vivendo un momento difficile, se hai subito una battuta d’arresto, se ti hanno sempre fatto credere di dover accettare una vita che non senti tua, che non c’e’ la possibilità di alcun senso di soddisfazione ed auto espressione, allora prova a ri-pensare al concetto di dis-abilità.

Se tu potessi trovare un modo di esprimerti ora, con le risorse che possiedi, o che eventualmente potresti integrare, in che direzione vorresti muoverti? Cosa cercheresti di modificare? Ci sono capacità che senti di avere, ma hai smesso di esprimere? Quali abilità richiedono che tu torni ad allenare o adattare come quella pianta di cui parlavo? Non lasciare che credenze errate, o non più utili per te, giudizi altrui, battute d’arresto t’impediscano di muoverti verso l’esplorazione della vita e di te stesso.

Adattarsi non è facile, personalmente non credo ai successi assicurati che tanti professano e probabilmente, come diceva una mia maestra, ci sono situazioni difficili che ci accompagnano per tutta la vita perché sono ciò che la nostra anima ha voluto per evolvere. Credo però che qualcosa possa essere fatto per incrementare in parte vitalità e benessere, conoscere le nostre capacità ed esprimerci trasformando talvolta dis-abilità in opportunità per sviluppare nuove abilità, nuove dimensioni.

Non arrenderti, se sei ancora su questa terra è per sperimentare, conoscere, esprimere, trasformare.

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MARINA

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a cura di Marina Pillon