Ognuno vive il dolore in modo personale e non può essere misurato da ciò che appare all’esterno o confrontato con gli altri.
C’è chi si chiude in sè, chi non riesce a stare solo, chi parla continuamente a tutti delle proprie “disgrazie”. Qualcuno piange spesso, c’è chi si dispera, chi si butta nel quotidiano riempiendolo di mille impegni, chi si convince di dover continuare a soffrire e si inventa nuovi modi per boicottare la guarigione. Ma c’è anche chi accusa questo o quello di tutte le sofferenze che sta affrontando perché il suo modo di reagire è quello di trovare un nemico, un colpevole da accusare per dare un senso al proprio dolore. Sensi di colpa, veri o presunti, il tormentarsi per ipotetici errori, condizionamenti o precedenti ferite collegate possono nutrire al negativo esasperando ulteriormente la sofferenza. Qualcuno piano piano si allontana da se stesso, si anestetizza per non sentire, fino a non provare nulla. Altri reagiscono in modo reattivo e violento. Molti dimenticano davvero se stessi lasciando che il dolore, la sofferenza e la paura si nutrano dei luoghi oscuri della mente prendendo sempre più spazio, a volte inducendo pensieri che portano molto lontano dalla vita.
Qualcuno nega la propria sofferenza, qualcuno la gestisce aprendo un cassetto alla volta, per quanto si sente, altri a tratti la rifiutano, a tratti si buttano visceralmente in un pozzo di dolore. Separazioni, lutti e dolori profondi in generale, se non elaborati, possono nel tempo avere molte ripercussioni. La vita è movimento, richiede movimento, al contrario la separazione, il lutto, il dolore sono esperienze che possono in qualche modo paralizzare, impedire, bloccare e allora il flusso della vita si trova limitato, ingorgato, magari colorato di tristezza, rabbia, sofferenza. Se questo malessere si protrae a lungo e non si elabora la persona perde vitalità, dimentica piano piano la naturale dimensione vitale dell’erotismo, perde il gusto della vita. A volte la spiegazione è anche legata alla riduzione di un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore ovvero la serotonina, insieme alle endorfine, molecole della gioia e contemporaneamente la riduzione di dopamina ha un impatto sul desiderio sessuale e sulla gioia di vivere in generale.
Come se piano piano si girasse un interruttore regolabile della luce, intorno tutti colori e le forme verrebbero ad essere sempre meno definiti, fino a scomparire nel buio.
Non è detto però che necessariamente ci si debba arrendere a perdere il gusto per la vita. Certamente avere una rete di persone amiche intorno è importante, nei casi di sofferenze ed eventi più traumatici e datati in particolare è opportuno un supporto professionale, ma ci sono anche piccole cose che la persona può fare è che aiutano la ripresa.
Se certi dolori frenano o bloccano i comportamenti legati alla vita: entusiasmo anche nelle cose che prima si amavano, progettualità, desiderio sessuale, allora occorre inserire quotidianamente, come un programma, che porti a invertire la rotta. Rivedere le abitudini alimentari ed integrare elementi che lavorino sull’umore, fare passeggiate a contatto con la natura, se possibile camminare scalzi nella terra, quando il tempo lo permette approfittare del sole, nutrirsi di bellezza e tornare un po’ bambini e sperimentare il disegno libero, ascoltare musica, soprattutto quella con potere di guarigione, in ogni caso sempre fare movimento.
A volte si vive un evento traumatico, a volte è solo un evento negativo, ma risveglia antichi dolori. Sofferenze accumulate, diventate come un golfino di lana da cui non ci si separa più malgrado il tempo, possono essere piano piano rilasciate cercando di recuperare la vitalità.
Tutti nel tempo siamo stati abituati da piccoli a prendere uno sciroppo in caso di tosse persistente; immaginate allora che quella depressione, quell’assenza di vitalità e voglia di vivere, quella tristezza, quella sofferenza, quei dolori siano un virus che ha attaccato le vostre vie aeree e i nostri polmoni. Per stare meglio occorre aiutare, col tempo, il nostro organismo a guarirsi ovvero a trovare le sue risposte immunitarie e di autoregolazione. Prendiamo ogni giorno 4 gocce di sciroppo di vita: movimento, suono, sana alimentazione, intimità e, se single o meno, amore per sé.
Ti aspetto al prossimo appuntamento
Sognailmondochevuoi®