Riflessioni da esercizi teatrali intorno alla pazzia
“Ora, di nuovo, vi sto sembrando pazzo!….trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni!…Eh! che volete? Costruiscono senza logica… O con una loro logica che vola come una piuma!
Voi dite “questo non puo’ essere” –e per loro puo’ essere tutto…Guai se non vi tenete più forte a ciò che vi par vero oggi, a cio’ che vi parrà vero domani, anche se sia l’opposto di ciò che vi pareva vero ieri!” (estratto da Enrico iv – Pirandello)
E’ più normale un pizzico di pazzia o una quadrata normalità? Quanto c’e’ di pazzia nel dar voce alla sofferenza, alle emozioni, alle passioni che si agitano in noi piuttosto che tenere tutto sotto controllo secondo una certa etichetta, un certo formalismo?
Quanti di coloro che affermano i valori borghesi famigliari per bene, condannando ogni forma di diversità, poi nel privato,e a volte nemmeno troppo privato, agiscono esattamente smentendo gli stessi valori dichiarati? Quanto e’ più “normale” e sano esprimere realmente ciò che si e’, nel bene e nel male, piuttosto che vivere secondo quanto qualcuno, la famiglia, la società si aspetta da noi?
E’ più folle fingere di essere quello che non si è per tranquillizzare qualcuno, per non sentirsi soli, per non prendersi le proprie responsabilità o e’ più folle agire secondo quello per cui siamo venuti alla luce per sperimentare?
Durante un incontro politico in fase elettiva ricordo una frase che mi aveva particolarmente colpito: puntare su qualcuno che ben rappresentasse il buon padre di famiglia… E la domanda sorge spontanea, siamo sicuri che tutti intendiamo la stessa cosa quando parliamo di buon padre di famiglia?
Certo so bene quanto l’apparenza conti, eppure forse è ora che si guardi alla sostanza. Donne, o uomini, capaci, con grandi qualità, impegnati, capaci di prendersi le proprie responsabilità, capaci di agire con coscienza ed etica per il bene comune ci sono, ma spesso è all’”apparente buon padre di famiglia” che si dà credito. Quanti “padri di famiglia” nelle aziende, in famiglia o in politica sono considerati “buoni” solo perché sposati, ben vestiti, con valori dichiarati sulla carta, magari religiosi? Eppure quegli stessi uomini (o donne) sono quelli capaci in realtà di condurre una vita doppia dove l’apparenza è perfetta e pronta ad accusare e distruggere tutto e tutti quelli che non rientrano in certi standard, mentre nella sostanza sono quelli che costringono se stessi e chi sta loro attorno a una vita di bugie, falsità, mancanza di autenticità, incapaci non solo di gestire,ma veri e propri distruttori(uomini e donne). E forse sono loro stessi carnefici, ma anche vittime, vittime di una società che vuole apparire quella che non e’ e quindi ecco un gioco di apparenze dove spesso risulta “folle” chi non sta a quella “pazzia”.
Certo vi è una pazzia limite, quella che testimonia le zone d’ombra della mente umana difficilmente rischiarabili e che parlano ad esempio di schizofrenia, alienazione mentale, doppleganger, come nel grande film che dipinge una borghesia in nero che ben esprime i concetti sopra esposti: Anima Persa, di Dino Risi, interpretato da un fantastico Gassman.
Ma vi è anche un confine sottile tra normalità–quadrata e normalità-naturale, quella che si gioca sul lavorare sulle rigidità degli schemi mentali, sulle convinzioni statiche e limitanti, per aprirsi a “conoscere” davvero le cose e se stessi e vivere autenticamente.
Ma…..”Ora, di nuovo, vi sto sembrando pazzo”
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