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Il teatro e la vita: le proprie prigioni - Sogna il mondo che vuoi ®

27 Settembre 2016da MARINA

A molti è capitato anche solo una volta nella vita di sentire ormai lontano il tempo in cui, come nella giovinezza, ci si sentiva di poter “spaccare il mondo”. Chi non ha poi provato un momento di scoraggiamento, in cui nulla dava più entusiasmo,come se la vitalità, la propria creatività, la propria passione, le proprie capacità fossero volate altrove,  se non addirittura dubitato che ci fossero mai state. A molti è capitato di fare scelte di sicurezza, per “garantirsi” un affetto o uno stile di vita o semplicemente perché era ciò che facevano tutti o ancora per cercare nel posto sbagliato  la propria identità. E nel cerchio della vita ecco che quella forma “perfetta” che doveva essere simbolo di una vita piena e completa si è rivelata essere non un cerchio su cui sviluppare le proprie figure sospesi nell’aria nel piacevole stupore di tutte le evoluzioni che si possono fare, ma un cerchio troppo stretto persino per respirare.
E poco importa se a stringere quel “cerchio” è un marito “carceriere” o una scelta di sicurezza e rinuncia alla libera espressione dei propri talenti..come per Mommina, la fine della storia, non può essere che “la fine”.
Più semplicemente, se per ogni minuto dedicato alla paura ogni giorno,ogni persona dedicasse un minuto alla gioia, alla passione, all’Amore, cosa cambierebbe?
(riflessioni su improvvisazioni del monologo di Pirandello -Mommina”)

 

 

Ti aspetto al prossimo appuntamento

Sognailmondochevuoi®

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MARINA

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a cura di Marina Pillon