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Reincorniciare - Sogna il mondo che vuoi ®

16 Aprile 2016da MARINA

Come “Artista” (enneatipo), non ho potuto fare a meno di rimanere affascinata dal film “La vita è bella”, diretto e interpretato da Roberto Benigni. Il personaggio principale, Guido, mantiene sempre nello svilupparsi della storia un atteggiamento da sognatore, pur comprendendo bene il contesto difficile prima e drammatico dopo, in cui è ambientata la vicenda. Magico il modo in cui si muove come un irriverente e allo stesso tempo professionista equilibrista su un filo, tra gli orrori della guerra e la sua capacità di mantenere viva la semplicità ed il senso del gioco per ricostruire una nuova realtà; tutto per mettere al figlio di sopravvivere e vivere come in una realtà parallela e al tempo stesso la medesima per tutti.
Non dico nulla di più perché credo che i più l’abbiano visto e gli altri meritino la possibilità di vederlo senza che io rovini la sorpresa.
Voglio però sottolineare, anche come coach, l’importanza e la valenza che emerge chiaramente, seppure romanzata nel film in questione, del concetto di dare una nuova cornice alle situazioni.
Recentemente vedo a vari livelli l’esasperarsi di situazioni drammatiche, il peggiorare di situazioni difficili e il divenire quantomeno complesse situazioni prima abbastanza lineari, questo ovunque.
Che sia legato a una serie di fattori, voluto da “regie” nascoste, o altro, certamente per tutti credo sia disponibile proprio quel meraviglioso quanto semplice strumento che è il “reincorniciamento”.
Che si tratti di lasciarsi alle spalle anni di terapie senza risultati, matrimoni andati in frantumi, tradimenti che scottano, lutti trascinati, perdita del lavoro di una vita, esami non superati, “fallimenti” di vario genere, obiettivi malformati o ben formati, ma che non vengono mai raggiunti, sogni chiusi in un cassetto e lasciati uscire solo una volta l’anno, giusto per guardare a dei rimpianti, per poi richiuderli per paura di provare a metterli in pratica e fallire, di qualunque situazione si tratti, se non si può cambiare ciò che c’è intorno e non ci si può togliere dalla situazione allora vale quanto meno la pena provare a vedere le cose con occhi nuovi.
Non è facile, ma è fattibile in ogni ambito di vita.
Pensate per un attimo al teatro, immaginandolo come una fucina di trasformazione, del personaggio, del singolo, della società. Interpretando un ruolo, ci si cala certamente in qualcosa di definito, dal copione prima e dal regista poi, ma certamente l’attore stesso ci mette del suo, in modo involontario attraverso i colori della sua personalità che emergono in ogni caso e in modo volontario attraverso un’intenzione che potrebbe cercare di trasmettere.
Pensate ad esempio di essere un attore con una parte in una rappresentazione con cui non riuscite ad entrare in vibrazione armonica. E’ successo a tutti prima o poi, nella vita come a teatro, potrebbe trattarsi di dover interpretare un ruolo di cattivo, lontano dai propri principi, o di buono stupido in dissonanza con il proprio ego da protagonista sempre vincente, o di quello che non viene riconosciuto, o amato malgrado le doti inequivocabili.
I Sogni, notturni ad occhi aperti, metaforici, sono per me da sempre elemento di attenzione, studio e fascino. Per riutilizzare parole di Shakespeare il personaggio e noi tutti siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo di un sogno si consuma la nostra vita. Un sogno tradotto pero’ ci può aiutare a conoscerci meglio e a crescere e vivere meglio. Allo stesso tempo tradurre in modo diverso un testo, un personaggio, una reazione, un contesto, reincorniciare la realtà in altro modo può permettere di vivere decisamente meglio quel “Sogno”.

Anche senza dover reincorniciare completamente, ma solo in modo accennato, torniamo all’idea di essere un attore che deve interpretare un ruolo che provoca delle resistenze, siano mentali, emozionali o fisiche che si fanno sentire come tensioni muscolari, respirazione alterata, diminuzione della capacità espressiva, buchi di memoria…e nella vita magari malattie.
Immaginate che fino a questo momento, di quella parte vi sia magari arrivato solo il senso dell’aridità della vita, del giudizio delle persone, della critica e la condanna alla sterilità, della freddezza e incomprensione dei personaggi rispetto a temi tanto importanti quanto intimi e fondamentali: l’amore, la passione, la nascita, la morte.
Immaginate che per i vostri valori o scelte di vita o per il momento particolare che state attraversando vi sentiate in netto contrasto con quel ruolo, quella storia.
Se per un attimo immaginaste di “rileggere” quella storia usando quelle emozioni sgradevoli che vi trasmette il tema della mediocrità, della piccola mentalità ottusa legata a convenzioni sociali basate solo sulla forma e tematiche religiose bigotte che nulla hanno di spirituale, cosa potrebbe succedere?
Se per esempio da semplice performance di movimento e poesia decideste di renderla nell’intento di ciò che volete trasmettere una sorta di celebrazione proprio della vittoria della passione, della vita, della creatività che vincono comunque a dispetto dell’uomo, attraverso le forze della natura.
Immaginate che la terra, da sterile divenga fonte di sostegno e nutrimento, l’acqua non sia qualcosa da cercare disperatamente perché c’e’ comunque, e’ la vita che scorre, liberamente, quando e dove può e se non fluisce in un corso fluirà in un altro, immaginate che l’aria che solleva i veli degli animi, come i teli della vita vi renda “liberi come il vento”, immaginate che il fuoco della passione non possa essere catturato, anche quando apparentemente sotto la cenere ecco spuntare di nuovo uno zampillo…ed è subito passione di vita.
Certo il senso della “storia” resta sempre una società che fa credere che una donna sia completa se e solo se moglie e madre e tutto gira intorno a queste credenze anche a costo di infelicità e il momento della “celebrazione” e’ solo un momento apparentemente limitato e “concesso”, ma in realtà può essere una sorta di flash mob nell’anima del canto della vita che non si fa imbrigliare da nessuna credenza ottusa e allora ecco la creatività sia essa che porti all’espressione di un talento o della nascita di un bambino, ecco la “passione di vita” gridare attraverso parole talvolta criptiche, talvolta trasparenti: “gemere nel lenzuolo”, “le braccia che si annodano”, “e il nostro corpo ha rami di furioso corallo”, “Evviva l’ombelico, viva il calice tenero di stupore”!*
…e magari ascoltando dove prima vi erano tensioni dopo non ci sono più e ci si trova persino a immaginare come possa essere il sapore e l’odore del gelsomino caldo..

 

 

 

*Nel virgolettato frasi di vari autori portati in scena

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MARINA

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a cura di Marina Pillon