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ResponsABILITA' - Sogna il mondo che vuoi ®

27 Febbraio 2015da MARINA

In una cittadina di una regione famosa per i tessuti, una giovane donna passa dall’essere commessa al
gestire uno dei negozi. Piena di entusiasmo per il nuovo ruolo vuole fare le cose al meglio e pone
attenzione all’esposizione della vetrina, alla formulazione dei messaggi pubblicitari, all’ordine della merce disponibile al cliente finale e a quello in magazzino, frequenta un corso di comunicazione ed uno specializzato sui tessuti. Trova anche un nuovo modo più strutturato ed efficace per gestire l’inventario, precedentemente fatto più a “forfait”, introducendo parallelamente delle formule che pian piano rendono il flusso dello smercio più rapido e la cassa più piena.
Condivide i risultati con i suoi capi che però non danno particolari segni di soddisfazione. Certamente
peraltro le danno grande fiducia infatti le lasciano grande autonomia e non vanno nemmeno più a fare i
giri settimanali che facevano nelle precedenti gestioni.
La clientela aumenta sempre più e la donna vorrebbe confrontarsi con i colleghi che gestiscono gli altri
negozi, ma per gli altri sembra che condividere corrisponderebbe a svelare un segreto di stato.
Alla riunione trimestrale si parla di come sviluppare ulteriormente gli incassi o rivalutare vecchie stoffe che giacciono da troppo in magazzino, ma non esce nessuna nuova idea.
La donna propone di confrontare gli andamenti, gli inventari e i piccoli progetti di marketing svolti da
ciascuno per trovare nuovi spunti, ma tra gli altri capi negozio non trova supporto e i responsabili marketing sembrano più concentrati sul mantenere un’apparenza di formale importanza che preoccuparsi di una produttiva sostanza.
Il lunedì ricomincia il quotidiano svolgersi delle giornate, come sempre la donna invia i report degli
andamenti, le relazioni sulle vendite e sulle promozioni, continua anche a fornire nuove proposte cui non viene mai dato seguito, segnala quelle che vede essere future probabili difficoltà che se non affrontate potrebbero peggiorare malgrado l’attività di punta.
Passa il tempo e intanto il proprietario della catena ha come informazione relative alle attività dei negozi
soltanto tanti reclami di clienti e di fornitori, scorte a magazzino invendute e ormai fuori moda, vendite
scese e pochi elementi su cui fare serie considerazioni.
Arriva un certo punto in cui tutte le inefficienze, le relazioni di fatto mai analizzate, i problemi non
affrontati, i punti di attenzione sottovalutati si concretizzano nella necessaria chiusura di molti negozi, a partire da quello gestito dalla donna, peraltro tra i pochi funzionanti.
Il proprietario infatti decide di ridurre la catena al massimo a un negozio, quello più di rappresentanza e d’élite, più per il nome che per gli effettivi incassi , ma si rende conto che la sua dirigenza non aveva le
capacità o la voglia di fare il proprio mestiere per cui li licenza (ovviamente non è una città italiana) e
assume nuovi giovani, ma capaci e motivati dirigenti e manager per analizzare come sia stato possibile che un’attività così fiorente si sia persa per strada, andando a leggere e analizzare tutto quanto non è mai stato fatto, andando a “leggere” quali siano state le scelte sbagliate per poi rilanciare l’attività in un ottica di sostanza.
Quanto deve far riflettere è che lo stesso accade dentro di noi.
Il nostro corpo e la nostra mente compongono un organismo meraviglioso, ma se una parte, magari un
organo che ne controlla altri, non fa ciò che dovrebbe, non svolge il proprio ruolo, magari un altro organo va in compensazione, ma col tempo va ovviamente in sofferenza (non è sempre possibile un trapianto) e se non si ascoltano i sintomi e non si curano le cause arriva il momento in cui quell’organo si ammala gravemente e se ancora il messaggio non è chiaro, perché i meccanismi di controllo sono saltati, perché non si vogliono vedere le cose, perché non si vogliono ammettere le cose, perché non si vuole fare la fatica di rimettersi in sesto…arriva il momento in cui anche gli organi intorno si ammalano.
Le tossine e i veleni prodotti da un cattivo funzionamento colpiscono certamente prima le parti più deboli, ma come un cancro ad avanzato stadio produce metastasi, allo stesso modo comportamenti egoistici, schemi di pensiero ottusi e limitanti, comportamenti e abitudini non ecologiche o salutari se non arginate al primo segnale, al secondo segnale, al terzo segnale…. arriverà il momento in cui anche per il “sistema centrale” non ci sarà più posto e dovra’ essere “asportato”.
Riequilibrare e risanare il tutto non può essere fatto davvero se non si agisce sulla parte che è stata causa o concausa del danno, diversamente si dà un attimo di sollievo per poi tornare allo stato precedente.
Occorre quindi saper rispondere con abilità ai sintomi che ci vengono inviati, occorre non delegare al caso,
ma responsabilmente muoversi nella direzione di mente e corpo e aggiungerei anima in perfetta armonia.
Ascolto e azione responsabile in armonia sono la ricetta per una buona salute, che si tratti dell’organismo di un’azienda come quello di un corpo umano.

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MARINA

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a cura di Marina Pillon