Immaginate un bambino di circa 8 anni, cresciuto con il sogno di dominare i mondi spinto dal desiderio di
proteggere le persone amate.
Immaginate che per il tempo della fanciullezza il lato guidato dall’amore abbia tenuto in ombra l’altro lato
spietato e capace di atti terribili.
Immaginate questo bambino con un gran potenziale fin da piccolo e che, apparentemente spinto
inizialmente dall’amore, si muoverà crescendo in una direzione opposta.
Egli, tanto legato alla madre prima e crescendo anche a un altro personaggio femminile che riveste il ruolo
dell’amore romantico, ha per il ruolo maschile grande ammirazione.
Colui che gli insegna da piccolo i valori fondamentali del bene, dell’importanza del distacco,
dell’accettazione, della compassione, colui che ha fiducia in lui, che gli apre le porte della vita dandogli le
opportunità per un destino non da schiavo, ma essere libero, immaginate che a un certo momento, per un
infausto destino, sparisca.
Immaginate questo bambino che di fronte a questa perdita riesca solo a pensare a cosa ne sarebbe stato di
sé da quel momento, mettendosi al centro del mondo, nascondendo la paura sotterranea di rimanere solo e
impotente di fronte a un destino infausto.
Nel tempo le abilità superiori alla norma che trapelano in lui, non integrate dalle doti di cuore di colui che
non c’è più, rivelano in forma lieve arroganza e presunzione.
I legami affettivi, con la madre prima e l’amore romantico poi, destabilizzano il suo animo inquieto
alternando attimi di apertura a comportamenti di controllo ed atteggiamenti che paiono quelli di un essere
dissociato.
Nel precipitare degli eventi il suo desiderio di impedire che le persone muoiano (e lo abbandonino) in realtà
lo portano a compiere gesti che vanno nella direzione opposta fino a perdere ed allontanare anche le
persone amate.
Malgrado gli siano stati insegnati dai maestri i principi del distacco e dell’accettazione egli non ne e’ capace
e si mantiene in bilico quanto può per sfuggire la paura, per cercare di mantenere il controllo non
affrontando i suoi demoni, ma dissociandosi dalla sua forza più intima e profonda creando una spaccatura
nel suo animo che lo rendono contemporaneamente colui che era potenzialmente un giovane promettente
destinato a grandi cose e più sfortunatamente e drammaticamente un essere spietato, arrogante,
egocentrico e inumano, si anche inumano…perdendo proprio parte dell’umanità.
La paura, di sentirsi solo, di non poter proteggere le persone che amava, che riteneva deboli, che riteneva
di dover difendere, la paura di ciò che non conosceva e non era disposto a conoscere, la paura di fallire
hanno dominato gli anni della sua adolescenza disseminando dolore e sofferenza.
Certo paura, potere e controllo hanno avuto grande influenza, ma egli e’ stato messo alla prova anche
dalle circostanze della vita.
Dietro un’apparenza di giustizia assoluta, grandi capacità oratorie, dialettiche e persuasive, una presenza
importante apparentemente positiva e di richiamo alla verità ha giocato un gran peso nell’influenzare,
senza possibilità di replica, il giovane, manipolandolo in ogni modo, facendogli credere l’opposto della
realtà e nutrendo persino una fino ad allora tenue e nascosta intenzione malvagia.
In un gioco perverso e subdolo tra i due e tra le due essenze stesse del giovane la verità ed il suo opposto
hanno intessuto deliranti scenari immaginifici creando a tutti, a loro per primi, grande sofferenza .
Da quel momento i pensieri oscuri impregnati di rabbia e vendetta della presenza importante accanto al giovane si sono uniti con la paura, la sofferenza e la rabbia del giovane stesso tanto da divenire un’unica forma pensiero/emozione. Autoalimentandosi nel tempo, questi schemi negativi si sono ingranditi e fissati, facendo persino dimenticare come erano nati.
Il ragazzo ormai cresciuto comincia a credere che divenire abile nel padroneggiare anche quel “lato
oscuro” gli darà ulteriore potere, gli permetterà di dissolvere la sofferenza legata alla morte, gli permetterà
attraverso un atto forzato esterno di non dover prendere consapevolezza dei cambiamenti della vita, dei
processi naturali e del fatto che non si può avere potere su tutto.
In un certo senso è come se il ragazzo fosse divenuto schiavo delle sue paure, della sofferenza, dei deliri di
vendetta altrui, un essere apparentemente fiero, ma praticamente chinato alla volontà oscura.
Solo dopo una lunga vita di sofferenze, proprie e altrui, sarà l’amore padre-figlio a scuotere quanto resta dell’umanità in lui. Sarà questa anche l’occasione in cui comprende il senso del sacrificio, anche il senso del sacrificio della vita stessa e l’accettazione della morte.
Per chi ne ha visto i film, letto i libri o anche solo sentito parlare, quanto sopra è uno dei modi in cui si può
leggere la vita di Anakin, protagonista di”Star wars”. Per tutti è una delle possibili fantasiose visioni di vedere in astratto il demone dell’enneatipo “capo”disintegrato ed i temi del controllo, della
vendetta, della rabbia, del “ruolo vincente” in contrasto con la vera essenza.
Una piccola parziale visione, assolutamente parziale e da approfondire, ma che vuole essere spunto a chi si trova a vivere, in qualunque ruolo, uno scenario in cui forte è la tematica del controllo, del potere, della volontà di potenza mal canalizzata che ….
Cambia le cose che puoi cambiare
Accetta le cose che non è in tuo potere cambiare
Abbi la voglia e la capacità di comprenderne la differenza e la consapevolezza di cosa e come agire per il massimo bene possibile in quella circostanza